“I grandi movimenti sono meno efficaci dei piccoli movimenti,
i piccoli movimenti sono meno efficaci dell’immobilità,
l’immobilità è il movimento eterno”
YI significa pensiero, volontà; CHUAN pugno, boxe, liberamente tradotto in “boxe spontanea”.
In tutte le arti marziali, i princìpi sono sempre gli stessi, non esistono molti modi di tirare un pugno o un calcio, l’essenziale è la forza che vi si immette, insieme al modo di spostare il proprio centro di gravità.
Lo Yi Chuan è un metodo, lo Yi gioca un ruolo fondamentale nelle arti marziali “tutte”, permette di mobilizzare l’intero corpo allo scopo di emettere una forza esplosiva al momento desiderato.
Le fasi dello Yi Chuan:
- ZHANZHUANG (posizioni di base) fondamento di tutta la pratica che si divide in due parti:
a) Le posizioni di rafforzamento del corpo
b) Le posizioni di combattimento che sono il prolungamento delle prime.
- SI-LI “provare la forza” i movimenti sono lenti e la forza uniforme in tutto il corpo.
- ZOU- LU “marciare” l’apprendimento del corretto spostamento del centro di gravità.
- FALI “emettere la forza”
- TUI-SHOU “ le mani che spingono”
- SAN-SHOU (shadow boxing), l’utilizzazione spontanea a vuoto di tutte le tecniche. Il lavoro al sacco e il combattimento libero con un compagno completano le fasi.
Nella pratica dello Yi Chuan, la respirazione è naturale ed accompagna i movimenti ed accompagna i movimenti e non si pone alcuna attenzione alla base del ventre (Tan Tien, Hara) né sul ki, poiché lo Yi permette di dominare le membra e vi è quindi una migliore circolazione dell’energia vitale (ki).
Lo Yi controlla e regola l’emissione dei diversi fluidi ed ormoni del corpo, e le sue forme di esercizio aiutano a mantenerne un buon funzionamento. La pratica aiuta la circolazione del sangue, e regola meglio le funzione degli organi interni, riequilibra il corpo intero.
Attraverso la sua pratica si arriva a possedere e ad utilizzare questa “forza esplosiva” in un periodo di tempo relativamente breve.
Sabato dalle 9.30 alle 11.30
Alberto Borella
Inizia a praticare Arti Marziali nel 1969, conseguendo nel giro di pochi anni il grado di Cintura Nera di karate (stile shotokan) e la qualifica di istruttore di kobudo (maneggio armi bianche) tai-chi-quan, kenjutsu e karate. Durante gli anni '80 e '90 raggiunge il grado di V dan e la qualifica di Maestro di karate e tai-chi-quan.
Nei primi anni 2000 diventa Direttore Tecnico della Scuola di Difesa Personale per Operatori di Polizia e docente MAP (Metodo Autodifesa Progressiva). Attualmente ha raggiunto il grado di VI dan ed è anche componente dello Staff Tecnico MGA (Metodo Globale Autodifesa).